La tecnica All on four, propone una riabilitazione completa a carico immediato avvalendosi di soli quattro impianti anziché i 6 od 8 comunemente utilizzati per sostenere tutta l'arcata.
Inizialmente fortemente osteggiata dal mondo accademico ha nei fatti ha consentito a milioni di Pazienti l'accesso ad una terapia riabilitativa rapida, efficace ed economica.
Alcune delle caratteristiche sono comprensibili solo con difficoltà altre fortunatamente no;
Una buona e rapida integrazione degli impianti dipende, anche ma non solo, dalla qualità dell'osso in cui vanno ad inserirsi; l'osso compreso al disotto delle fosse nasali è di norma ben conservato e di buona qualità anche quando i segmenti posteriori si sono ormai assottigliati.
La causa di questa sopravvivenza va ricercata nella buona vascolarizzazione della mucosa nasale che per contiguità determina quella dell'osso sottostante. L'osso dei mascellari ha, difatti, di suo, una quantità di vasi sanguigni molto scarsa avvalendosi di quelli che portano nutrimento ai denti e di quelli che gli derivano dalle mucose.
Una volta estratti i denti i vasi relativi scompaiono, privando così l'osso di ossigeno e nutrimento. La reazione naturale è una riduzione di attività e volume dell'osso stesso che perde quindi qualità e quantità. Come detto all'inizio, invece, l'osso sottostante la fossa nasale rimane buono a lungo.
L'inserimento di impianti adeguati in osso di buona qualità consente lo svilupparsi dei criteri, primo fra tutti il torque d'inserimento, che consentono il carico immediato ovvero la immediata funzionalizzazione degli impianti analogamente a ciò che avviene in ortopedia quando dopo il trattamento chirurgico di una frattura ossea si sollecita il Paziente a riprendere rapidamente la deambulazione.
Osservando le rappresentazioni grafiche dell'All on four si noterà che gli impianti centrali appaiono dritti mentre i laterali sono angolati di circa 35/45 gradi. Questa inclinazione consente di sfruttare appieno l'osso disponibile e di allargare la base di appoggio protesica consentendo la realizzazione di protesi estese fino al primo molare con un solo dente in estensione.
Questa inclinazione degli impianti laterali vede, implicito, il rischio di sottoporli ad elevate forze tangenziali, forze a cui gli però gli impianti resistono male, molto peggio dei denti naturali; l'inclusione, tuttavia, di tutti e quattro gli impianti in una struttura tridimensionalmente rigida permette la scomposizione delle forze tangenziali in vettori ridistribuiti su tutta la struttura stessa in modo tale per cui le forze tangenziali vengano annullate o comunque minimizzate.
Uno dei problemi della protesi tradizionale su impianti sta nella necessità di compensare il riassorbimento osseo con l'aumento di lunghezza dei denti protesici tali per cui, se vengono scoperti nel sorriso, sembrano più equini che umani.
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Allo stesso tempo la difficoltà ad ottenere una gengiva aderente stabile porta, non di rado, allo spiacevole comparire, al colletto dentale, di bordi metallici.
Nell'All on four nulla di tutto ciò accade; così come vi è una protesi dentale a ristabilire i denti ve n'è una gengivale a ricostruire l’ apparire sano e corretto della gengiva. In altre parole i denti finiscono non nella gengiva vera ma in una flangia protesica che la simula.
Il risultato estetico è eccellente tanto da essere in effetti non di rado preferito da personaggi dello spettacolo a quello offerto dalla protesizzazione tradizionale.
Un ulteriore vantaggio della protesi gengivale è che la stessa, mascherando la connessione protesi/impianto consente molta più libertà nella scelta della sede opportuna dove piazzare gli impianti, ad esempio fra un dente e l'altro, cosa improponibile nella protesi tradizionale. Di contro vi è qualche difficoltà in più per ottenere una buona igiene orale. Tale difficoltà è però superabile e, sorprendentemente, il possibile ristagno di cibo e placca sotto la flangia sembra non avere alcun effetto sulla mucosa peri-implantare che appare sana ed esente da infiammazione a patto però di avere una consistente banda di gengiva aderente.
Mentre l'implantologia tradizionale del mascellare superiore trova nei suoi fattori condizionanti qualità d'osso e barriere anatomiche quali i seni mascellari, nella mandibola la qualità dell’osso è decisamente migliore ma la linea anatomica di confine invalicabile è data dal canale mandibolare in cui decorre un nervo che se lesionato può portare alla perdita di sensibilità, in genere, ma, purtroppo non sempre, transitoria, di parte del labbro. L'inserimento di impianti nei settori posteriori con osso atrofico è quindi a rischio, richiede l’uso di impianti corti o tentativi di rigenerazioni che frequentemente esitano in un insuccesso. La tecnica All on four. invece, implica l'inserimento dei soliti 4 impianti nella zona di sicurezza compresa fra i forami mandibolari in cui il nervo fuoriesce per portarsi appunto verso labbro e mento.
La mandibola è l’osso mobile del massiccio facciale; la muoviamo per parlare, deglutire, sbadigliare, respirare a bocca aperta, dal dentista, baciare, ecc. ecc. Come tutte le ossa anche questa non è completamente rigida ed anzi durante l’apertura tende ad allargarsi. La realizzazione di una arcata protesica su impianti nell’arcata inferiore se realizzata tutta unita comporta spesso un feroce mal di testa che si esaurisce solo quando finalmente uno dei componenti, protesi pilastri od impianti, si spezza. Le protesi complete tradizionali dell’arcata inferiore vengono quindi realizzate in tre pezzi lasciando una zona cerniera fra il canino ed il primo premolare. L’All on four non ha questo problema poiché gli impianti vengono inseriti nella sola zona intraforaminale lasciando liberi i settori posteriori di flettersi a piacimento.
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